DINACHARYA
LA PULIZIA DEL
CORPO
SECONDO L'AYURVEDA
In questa pagina vi parlo della mia esperienza con le pratiche auyrvediche per la pulizia quotidiana.
Nella cultura indiana esiste un’attenzione particolare alla pulizia e alla purificazione del corpo, con la pratica del Dinacharya, considerato un rituale quotidiano per il mantenimento della salute e per riequilibrare i Dosha.
Questo rito si compone di:
1. Meditazione. Si consiglia di alzarsi molto presto, almeno un’ora prima del sorgere del sole, e sedersi a meditare perché in quel momento la mente sarà più fresca e predisposta ad una simile attività.
2. Fare delle affermazioni, rivolgere dei buoni propositi e focalizzare la propria mente sull’energia divina di Ushas, l’alba, che rappresenta l’inizio di tutti gli inizi, un momento ricco di potenziale a cui possiamo infondere tutto l’amore e la luce possibili affinché la giornata si appresti ad iniziare nel modo più propizio possibile.
3. Focalizzare la mente sul programma della giornata, per avere obiettivi chiari e attitudine risolutiva
4. Espletare le funzioni corporali poiché per ogni giorno che non evacuiamo le tossine si accumulano nel corpo e di conseguenza anche la vitalità e la salute cominceranno a subirne le conseguenze. A volte, quando la mente va di fretta, quando non siamo centrati nel momento e con una presenza rilassata nel presente, è difficile evacuare.
Si dice in India che lo yogi e la yogini evacuino una volta al giorno, la persona comunque due volte e l’ammalato ben tre volte.
In caso di difficoltà è possibile bere un bicchiere di acqua tiepida con il succo di mezzo limone spremuto fresco, a stomaco vuoto oppure consumare del magnesio in polvere in un bicchiere d’acqua a stomaco vuoto e attendere lo stimolo.
5. Pulire bene la lingua utilizzando un raschietto per togliere la patina che durante la notte si forma sulla sua superficie. Questa è anche composta da batteri che devono essere eliminati, per questo il corpo li porta così vicini ad una via d’uscita. Trovo questa pratica veramente efficace per alleggerire e purificare non solo la bocca ma tutto il tratto digerente, dal momento che questo inizia proprio da lì, inoltre la pulizia della lingua favorisce anche l’eliminazione del muco, abbassando leggermente Kapha.
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6. Sciacquare bene la bocca e quindi pulire i denti spazzolandoli bene anche sotto il colletto gengivale, massaggiando le gengive sia con lo spazzolino che con un dito su cui è stato messo un po’ di olio edibile che può essere sesamo o cocco. Usare poco dentifricio è consigliabile in modo da non dover sciacquare, lasciando i principi attivi del prodotto agire in bocca. Bisogna pensare quasi di “sporcare” appena lo spazzolino con il dentifricio.
7. Pulire bene il viso con acqua fredda, spruzzare acqua fresca sugli occhi, sfregarli con una leggera pressione e poi spalancarli. Bere acqua fresca a stomaco vuoto, se si è costipati si può usare acqua tiepida.
8. Pulire le fosse nasali con la pratica di Jalaneti, avvalendosi della lota o neti pot, uno strumento apposito il cui design (somiglia ad una piccola teiera) permette di innaffiare una narice per fare poi uscire l’acqua dall’altra. Nel dinacharya è indicato come attività quotidiana, ma a volte per chi ha magari turbinati intasati o infiammazioni in atto può essere sufficiente anche una volta a settimana. Fidarsi delle indicazioni dell’organismo è importante per seguire i suoi specifici bisogni.
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9. Massaggiare l’intero corpo e specialmente la testa con olio, va bene sia sesamo che cocco o mandorle. L’olio deve essere di qualità, consigliabile non usare olio da supermercato, molto meglio acquistarlo in erboristeria o nelle rivendite specializzate nell’ayurveda.
A questo segue una doccia per eliminare l’olio in eccesso. Nella tradizione ayurvedica non è consigliabile l’uso di saponi che potrebbero essere troppo aggressivi per la pelle, al loro posto si usano polveri ottenute dalla macinazione dei legumi, come ad esempio la farina di ceci. In una leggenda sulla nascita di Ganesha, Parvati crea la forma di un fanciullo utilizzando proprio l’olio e la farina di ceci che erano rimasti dalla sua pratica di pulizia.
Diciamo che per tutti noi va benissimo una classica doccia
10. Esercizio fisico. Questo rientra nella quotidiana cura del corpo secondo l’ayurveda.È consigliabile fare esercizio a stomaco vuoto e solo dopo bere (nella visione ayurvedica si beve acqua lontano dai pasti e non durante) o fare colazione, quando indicato.

11. Si pranza dalle 12 alle 13. Qui il potere di Pitta è al massimo e quindi il nostro fuoco gastrico sostiene i processi digestivi. Molto importante per l’ayurveda è anche come si mangia. Su questo punto direi che soprattutto da queste parti, nel milanese, le persone mangiano spesso in piedi, se non addirittura camminando, spesso mentre parlano di lavoro o sono al telefono. Molte persone hanno solo 30 minuti per la pausa pranzo e quindi ci si ingozza di cibo, spesso acquistato dai ristoratori, quindi non proprio un cibo sano e vivo, ingurgitato senza fare troppo caso a ciò che si introduce nel corpo. Questo può anche andare bene una volta ogni tanto, ma quando diventa l’abitudine il sistema viene messo a dura prova. Da qui la massiccia presenza sul mercato di prodotti farmaceutici per il tratto digerente: dall’antiacido al lassativo, dal digestivo a quello che blocca la diarrea. Ho bisogno di aggiungere altro? Quando si consumano i pasti bisognerebbe focalizzarsi solo sul cibo e sull’atto sacro di nutrire il corpo, in un luogo rilassato e silenzioso, perché è anche attraverso il cibo che manteniamo sempre acceso il dialogo con la natura e con la vita stessa..
12. La cena dovrebbe essere leggera e frugale e consumata non troppo tardi, massimo alle 19,30. Dopo questo momento si consiglia di non occupare più mente e corpo con questioni di lavoro, preparandosi al riposo. Si può anche fare una passeggiata per aiutare la digestione e calmare il sistema.
13. Entro le 22,30 circa lo psico-organismo è pronto per riposare.
Prima di mettersi a dormire un massaggio ai piedi con olio di sesamo, cocco o mandorla può aiutare l’intero sistema a prepararsi per questo momento importantissimo. A piacere si possono aggiungere tre gocce di olio essenziale di lavanda, ad esempio, che favorisce il rilassamento o qualsiasi altro olio che abbia simile effetto. Dormire un numero sufficiente di ore è vitale per una buona salute, durante il sonno il nostro corpo compie moltissime funzioni di purificazione, sedimentazione delle informazioni e molti altri processi fondamentali per il nostro benessere. Diffido sempre da chi dice di poter dormire solo tre ore per notte ed essere sempre sveglio e reattivo, bisogna mettersi in testa che le ore di sonno non sono tempo perso ma un tempo necessario allo psico-organismo per mantenere funzioni e salute a lungo. Inoltre grazie alla pratica dello yoga si può riuscire ad essere consapevoli anche durante le ore di sonno che diventano parte dell’esistenza esattamente come le ore di veglia. Se ti interessa questo argomento puoi leggere il libro: “Lo yoga tibetano del sogno e del sonno” edito da Ubaldini.
Ovviamente so a cosa state pensando: “eh ma se dovessi fare queste cose ogni giorno non mi rimarrebbe più tempo per fare altro!”
Sono perfettamente consapevole che questo procedimento nella sua interezza sia proibitivo per tutti noi, non avevo intenzione di proporvelo come routine ma solo come idee di pratiche che possiamo seguire anche in parte in parte donandoci sollievo dalle fatiche quotidiane quando serve. Prima della doccia un bel massaggio con olio è un regalo che possiamo farci una volta ogni tanto, quando abbiamo il tempo per farlo. Prima di dormire massaggiare i piedi comporta un dispendio di dieci, quindici minuti al massimo ma magari grazie a questo gesto prenderemo sonno più facilmente e inoltre attraverso questo semplice gesto faremo un massaggio a tutto il corpo, sia alla colonna vertebrale che agli organi, come la riflessologia plantare ci insegna. Sono pratiche che condivido volentieri con voi perché io stessa le utilizzo e trovo molti vantaggi. A volte ho il tempo e la centratura mentale per dedicarmi con costanza, molte altre invece non ho un attimo libero e allora faccio quello che riesco, utilizzando questi saperi come uno dei tanti modi con cui posso prendermi cura di me, preservando momenti di preziosa intimità con il mio essere, ascoltandomi.
Credo sia necessario imparare a “fare spazio” nelle nostre giornate per preservare momenti di centratura, dirsi di non avere tempo è solo un alibi per procrastinare la decisione di avere cura di sé stessi e nelle profondità di noi stessi sappiamo che è così, che ci stiamo solo raccontando storie. È molto più facile di quanto possa sembrare, in realtà, anche Lao Tzu lo dice nel suo “Tao Te Ching”: anche un viaggio lungo mille miglia comincia con la terra che hai sotto ai piedi.
Realizzate questo primo passo, quindi, e tutto il resto verrà da sé.
Con amore
Lia